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Il Premio di pittura “Castellammare di Stabia”

Nell’ottobre del 1934 si svolse a Castellammare di Stabia il Premio di pittura denominato “Castellammare di Stabia” uno dei primi premi in Italia insieme a quello del “Golfo della Spezia” del 1933 fondato dal poeta futurista Marinetti, con la denominazione di Premio di Pittura del Golfo. Fu ideato da Piero Girace figlio del Barone Francesco che così scrisse in Le acque e il maestrale “…un bel pomeriggio di giugno, nell’albergo Stabia, tra le piante del giardino, da una conversazione di Achille Gaeta, Ermindo Campana e di chi scrive”. Il Premio fu istituito dall’Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo ad iniziativa degli “Amici dell’arte” di Napoli di cui il Campana era Presidente e con l’Alto patronato di S.A.R. la Principessa di Piemonte. Nella scheda di partecipazione veniva ribadito che ogni artista poteva concorrere con non più di tre opere. Gli artisti insieme alla scheda firmata dovevano inviare Lire 10 per le spese. Molte erano le facilitazioni accordate ai partecipanti: “Al Grand Hotel Stabia pensione completa per lire venti invece di trentacinque, accesso gratuito alle Terme Municipali, allo Stabilimento Bagni del Mulino, alle fonte dell’acqua Acidula e della Madonna , sia per la cura sia per i bagni termali che per le bibite; ai bagni di Mare degli stabilimenti di Castellammare, così come l’accesso gratuito al Museo Nazionale di Napoli ed agli Scavi di Pompei ed Ercolano presentando la tessera rilasciata dagli “Amici dell’Arte” (Stabiae era ancora da scoprire).

Sulla Rivista Emporium, Vol. LXXX, n. 480, anno 1934, fu pubblicato l’articolo “Cronache napoletane. Il premio di pittura Castellammare di Stabia”, a firma del Campana. Nell’articolo veniva riportato della partecipazione a questo premio di circa duecento pittori provenienti da tutta Italia. Primo premio, come recitava anche la scheda di partecipazione, era di ventimila lire : “…Cosa si richiedeva agli artisti concorrenti al Premio di Castellammare? Quello, appunto, che essi non hanno dato: un quadro che celebrasse la bellezza del paesaggio stabiese, che riassumesse questa bellezza e potesse giovare ai fini dell’Ente di Cura e Turismo che aveva istituito il premio di ventimila lire.” La giuria era composta dal pittore stabiese Ettore Tito, presidente, Roberto Papini, dal prof. Prencipe in rappresentanza di Antonio Maraini, da Vincenzo Migliaro, dal Commissario del Sindacato Campano di Belle Arti prof. Barillà e dal Presidente degli “Amici dell’Arte” Ermindo Campana. La Giuria si espresse non assegnando il primo premio, non trovando nessuna opera meritoria, ma frazionandolo, assegnando così a Loris de Rosa la somma di seimila lire, a Chiancone e Colucci a pari merito quattromilacinquecento lire, a Ciardo tremila lire e Cortiello duemila lire. La mostra si tenne nei locali del nuovo edificio delle scuole medie. Circa quattrocento opere vennero esposte in ventitré sale.

Questo quanto riportava invece lo stabiese Piero Girace sempre nel suo “Le acque e il maestrale- Cronache estive di Castellammare” : “…Fu una cosa veramente del tutto insolita per gli stabiesi imbattersi, in quelle indimenticabili giornate dell’estate 1934, in ogni momento degli individui assai originali, che stavano piantati intiere ore dietro ad un cavalletto, in mezzo alla strada, nel viavai della gente e dei vicoli, o nelle viuzze dei borghi, e facevano gesti buffi, un occhio intento al paesaggio ed un altro alla ragazzaglia, che si affollava intorno ad essi, insistente ed avida di guardare i colori stemperati sulla tela. Era stato bandito da pochi giorni un premio di pittura di ventimila lire, da assegnarsi a quel pittore che sarebbe riuscito a fare il migliore paesaggio di Castellammare. Quelle ventimila lirette, messe in palio dall’Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno, avevano avuto la virtù di far accorrere in pochi giorni in Castellammare, numerosi pittori da ogni parte d’Italia, i quali si eran dati a scorrazzare, qua e là, per Quisisana e Pozzano, nelle strade cittadine e nel porto, alla ricerca del bel paesaggio. Ma che stranissima gara! Erano scesi gli artisti da Torino, da Firenze, da Roma…”

L’opera vincitrice di Loris de Rosa: Cantiere Navale di Castellammare (1933) è oggi conservato presso l’Azienda Autonoma Cura Soggiorno e Turismo. Il dipinto ritrae una scena lavorativa nei pressi dello scalo nel Regio Cantiere Navale.

A cura di Giuseppe Plaitano

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