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Il Rivo del Soccorso a Pozzano

Castellammare di Stabia, città delle acque… forse lo è ancora, un territorio in cui, ancor’oggi le falde idriche ne sono ancora ricchissime. Nel ‘500, l’agglomerato urbano andava, a “valle”, dalla torre del Quartuccio (attuale piazza monumento) alla torre di Fontana grande e in collina, da Quisisana a Scanzano, Privati e Mezzapietra. I rigagnoli a monte si trasformavano, soprattutto durante le piene, in sfoghi torrentizi. Ciò veniva sfruttato per alimentare i diversi mulini e ve ne erano numerosi lungo i vari percorsi. Il Rivo San Marco, il Cannetiello che adesso sotterraneamente scende per via Denza, il Rivo San Pietro che proveniva da Privati, transitava sulla Caperrina e, passando lateralmente al convento dei Gesuiti (chiesa del Gesù), sfocia ancora oggi a mare, altezza lato posteriore cinema Montil.Oggi il territorio, per quanto deducibile dalle caratteristiche fisico-geografiche, nel tempo, giocoforza, ha subito notevoli trasformazioni. Nel 1681, i monaci di Pozzano, scavando, scoprirono una fonte (ma già nella metà dell’Ottocento risultava prosciugata). Un’acqua purissima che fu denominata del Rivo del Soccorso, poiché, tolta quella da bere, la restante scendeva a valle. Il padre Serafino de Ruggeri nel 1743 ne riporta parlando del Convento: “… Per compire finalmente con ogni perfezione un tal convento, solamente vi era di bisogno l’acqua; conciossiaché sebbene ivi vi fosse copia di acqua piovana, pur tuttavia (perché dovevansi ogni anno le cisterne riempire a cagione della gran quantità che si consumava), questa riusciva dannosa ai corpi umani; e perciò eran necessitati i frati andare sin alla Città a prenderla, e con molta lor fatica condurla al convento. Cominciarono per tanto i nostri a pregare la Vergine Maria, acciò siccome in altri maggiori loro bisogni soccorsi li aveva, cosi ancora in questo provveduto loro avesse. Né andaron fallite le loro speranze; poiché nell’anno milleseicentonovantuno in cavandosi da un Frate la rena, per accomodare il tetto della chiesa, uscì tal copia d’acqua fresca e cristallina, che riserbandone porzione per uso del convento, l’altra la fecero con caritatevole provvedimento uscire a comun benefizio nella pubblica strada, dove di stucco vi si fece una bella e convenevole nicchia con l’immagine di S. Maria di Pozzano dipinta, ed a lato di essa due cartelle con versi scritte, la prima delle quali dice: LASSVS AR AESTIVO FERVESCAS SI IGNE VIATOR, HOC TIBI DE SAXO VIRGO MINISTRAT AQVAM. e la seconda: QVIS RVIS ADES CELSA CERNENS DERVPE SACELLVM, HEIC FONS VIRGINEA QVI FLVIT ARTE LATET. Laonde il pellegrin divoto, che vada a ritrovar Maria di Pozzano per venerarla nel suo santuario, sedutosi quivi all’ ombra degli arboscelli rinfranca le forze perdute col rinfrescar sua sete, ed allegro poscia siegue quel poco cammino, che gli resta a fare. Una tal miracolosa acqua si è sperimentata cosi salubre agl’ infermi, che molti di essi, ancora da lontane parti, mandandola a prendere, per divozione la bevono; e coloro, che in bevendola lor fede accompagnano, ricuperano le più volte la perduta salute, ed il primiero vigore mirabilmente riacquistano. Lungi da detta fontana quanto una gittata di pietra verso Castellamare nella strada, che al convento conduce, evvi una profonda valle dalle continue e dirotte acque piovane incavata, che volgarmente Rivo di soccorso vien detto. Quivi per passare dall’ una banda all’ altra era un ponticello di legno, che disagiato e malgevole rendeva il cammino; perciò nell’ anno millesettecento e quindici con disegno ed assistenza del regio architetto Giuseppe Lucchese, i nostri frati vi fecero fabbricare un ponte di pietra a loro spese, per comodo di tutti, e particolarmente di coloro, che a cavallo, o in carrozza vi abbiano a passare. Ai di nostri finalmente nel detto convento dalla parte che verso occidente riguarda, si è fatta una scala di fabbrica, che fino al mare discende, con varie cappelle, sedili, ed orticelli per comodo e piacevole ricreazione dei frati e dei novizi, che in detto Santuario fan dimora, come dal distico sopra la sua porta scritto leggesi. SI PELAGVS, SI RVRA CVPIS, SI MONTIS ACVMEN, SYNT HIC CYNCTA OCVLIS GRATA THEATRA TVIS. Oggi nel tratto finale di via Pozzano (salita da via Acton alla strada Panoramica), è presente un’edicola votiva raffigurante la celebre apparizione della Madonna di Pozzano, sulla parte superiore del cancello è presente la seguente scritta: NON SIT TIBI GRAVE DICERE MATER AVE (Non ti sia di peso dire Ave Maria).

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