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Le Terme e … le acque – Parte 2

Avvenimento di grande interesse in quanto con quella richiesta “ordine” di Ferdinando IV si compì il primo atto ufficiale delle Autorità nei confronti delle acque minerali di Castellammare.
Altro riferimento è quello di Giuseppe Maria Aitano nella sua opera sul Regno di Napoli, parlando di Castellammare, scrisse: “varie acque minerali vi sgorgano salubri alle diverse malattie, e si trasportano anche in paesi lontani, per il recupero della sanità”.Inaugurate nel 1836, la storia delle Antiche Terme inizia 9 anni prima, quando nel 1827, su progetto dell’architetto Catello Troiano, iniziano i lavori per la costruzione.Nel 1833 l’argomento “acque” fu esposto da tre professionisti dell’epoca, Luigi Sementini Professore di Medicina dell’Università di Napoli, Benedetto Vulpes Professore di Clinica Medica degli Ospedali Incurabili di Napoli e Filippo Cassola professore di Chimica. Nel 1862, il dottor Scialpi tratta della terapia delle Acque, particolare curioso è che sono annoverate anche tre tipi di acque mai segnalate in altri testi, le acque della : Grotticella, Spaccatella e delle Emorroidi.Da subito le terme ricoprono un ruolo fondamentale anche per i turisti, che soprattutto d’estate affollavano la città. Meta dei soggiorni della nobiltà italiana ed europea che veniva a Castellammare a “passare le acque”. Anno dopo anno si andava ampliando con nuovi padiglioni e piscine. Il famoso Padiglione Moresco fu realizzato nel 1893 ad opera dell’ingegnere Enrico Filosa. In poco tempo diventò l’immagine rappresentativa della città. Le terme diventarono non solo un centro benessere ma polo culturale, nel suo parco venivano organizzavate mostre di pittura, manifestazioni e concerti musicali. Da ricordare lo svolgimento di due Congressi di Idrologia, Climatologia e Terapia fisica: il primo, nel settembre 1921, dove C/mare fu definita “Metropoli delle acque, dei climi e del mare”, il secondo nel giugno 1926.
Le 28 sorgenti
Nei primi anni di attività dello stabilimento si sfruttavano 6 sorgenti (Solfurea, Pozzillo, Media, Media II, Ferrata, Solfurea Ferrata) alle quali, negli anni 1845-1850, se ne aggiunsero, la S. Vincenzo e la Magnesiaca, quindi, nel 1917, scoperta dal dott. Muscogiuri l’Acqua Stabia per un totale di 9 Sorgenti.
Nella metà del XIX secolo i fratelli Vanacore, scavando nel terreno di loro proprietà, diedero alla luce varie sorgenti di acqua minerale. Il terreno si dimostrò particolarmente ricco di acque. In breve tempo vennero captate ed identificate 9 differenti acque minerali che vennero rapidamente sfruttate dai loro scopritori per fini commerciali. L’intento fu subito chiaro visto che i Vanacore scelsero di denominare le loro acque con nomi simili a quelli utilizzati per le sorgenti comunali. La piega fortemente concorrenziale che presero i fatti stimolò gli amministratori comunali a stringere accordi con i Vanacore riguardo la cessione al Comune delle zone interessate. Nel mese di settembre del 1872 vennero stipulati gli accordi di compra-vendita, tuttavia il progetto di ampliamento dei bagni non trovò realizzazione; solo dopo oltre 50 anni presero ufficialmente vita, all’interno dello stabilimento termale, chiamato allora “Stabilimento dei bagni ed acque minerali”, le Sorgenti Vanacore andarono così ad aumentare il numero delle Sorgenti Interne da 9 a 18. Dieci quelle esterne e comprendevano due del Muraglione, l’acqua Rossa, Acetosella, Acidula, Madonna, Ferrata del mulino, Fontana grande, san Giacomo, Madonna terme, quindi in definitiva le 28 sorgenti erano così suddivise:
Fonti Stabilimento Antiche Terme (9)
Pozzillo Ferrata Media I Media II San Vincenzo Magnesiaca Solfurea Solfureo-Ferrata Stabia
Fonti Gruppo Vanacore (9)
Ferrata Media San Vincenzo Magnesiaca Acidula Solfureo-Carbonica Muraglione Solfurea Solfureo-Ferrata
Fonti Esterne (10)
Muraglione Dx Muraglione Sx Rossa Acetosella Acidula Ferrata del Mulino Madonna Comunale Madonna Terme Fontana Grande San Giacomo.

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