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LA CASA DEL POETA TRAGICO

Nella sesta regione degli Scavi archeologici di Pompei, la Casa del Poeta Tragico emerge in modo impressionante. Posta dietro al Foro Centrale, l’entrata della casa si apre su via delle Terme, accogliendo i visitatori con un mosaico pavimentare raffigurante un cane insieme alla scritta “Cave Canem” – un avvertimento per fare attenzione al cane. La raffigurazione del cane è così dettagliata che l’ingresso è protetto da una vetrata, preservando la bellezza dell’opera pur limitando l’accesso. Per raggiungere la domus, bisogna diriggersi nel vicolo della Fullonica, dove il secondo ingresso conduce direttamente al peristilio. Qui, un suggestivo larario dalle forme quasi barocche testimonia il culto romano dei Lari, divinità protettrici del focolare domestico. Nonostante le dimensioni relativamente ridotte rispetto ad altre case di Pompei, la Casa del Poeta Tragico, probabilmente costruita in epoca imperiale anziché sannitica, conserva la sua bellezza attraverso mosaici e affreschi. Oltre al celebre “Cave Canem”, l’atrio presentava un mosaico raffigurante un’esibizione teatrale di due attori satireschi, da cui deriva il nome della domus. Questa decorazione è ora custodita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, anche se alcuni studiosi suggeriscono che potrebbe raffigurare Alcesti e Admeto che ascoltano un oracolo. Tra le rappresentazioni mitologiche che adornavano l’atrio c’erano le Nozze di Zeus ed Hera sul monte Ida, la scena di Achille e Briseide e la Vendita degli amorini, oggi esposti al Museo Archeologico di Napoli. Nell’atrio sopravvivono oggi il caratteristico compluvium e l’impluvium, quest’ultimo collegato a un pozzo per la raccolta dell’acqua piovana per uso domestico. Nel salottino è ancora visibile l’affresco di Arianna abbandonata da Teseo, nonostante i danni subiti. L’opera costituisce un pregevole esempio di pittura romana e testimonia la ricchezza dei proprietari di casa, i committenti dell’epoca.

A cura di Isacco di Maio

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