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Memorie in Pietra: Esplorando i Calchi di Pompei

Nel XIX secolo, l’archeologo italiano Giuseppe Fiorelli ha ideato una tecnica rivoluzionaria per esplorare e documentare le vittime dell’eruzione vulcanica che ha distrutto Pompei nel 79 d.C. Queste vittime, sepolte per oltre 1900 anni sotto uno spesso strato di cenere, sono state rivelate grazie al genio di Fiorelli e alla sua innovativa metodologia. Durante gli scavi del 5 febbraio 1863, Fiorelli, direttore degli Scavi, fu avvertito dagli operai che avevano individuato una cavità contenente ossa umane. Con una mossa ispirata, interruppe il lavoro e fece uso del gesso per catturare l’impronta delle vittime. Il gesso, versato nelle cavità individuate, successivamente solidificò, permettendo di preservare perfettamente le forme dei corpi, comprese le espressioni dei volti. Contrariamente alla credenza comune che tutti gli abitanti di Pompei siano morti durante l’eruzione vulcanica, le scoperte di Fiorelli suggeriscono che molti siano riusciti a fuggire. La dott.ssa Laura Vigo, archeologa e curatrice del Montreal Museum of Fine Arts, spiega che solo il 10% dei pompeiani è rimasto, per lo più a causa di ferite da crollo degli edifici o impatto da oggetti, oltre a soffocamento e bruciature. L’eruzione del Vesuvio ha generato una pioggia di lapilli e cenere caldissima, che si è riversata sulla città, coprendola per 1700 anni. Contrariamente alla convinzione comune, la causa principale della morte non è stata l’esalazione di sostanze nocive né l’accumulo di cenere e lapilli. La maggior parte delle persone è stata schiacciata dai crolli, il peso della cenere sui tetti provocando lesioni fatali. Dopo la morte, i corpi sono stati coperti dalla cenere a causa della mancanza di tetti. L’analisi approfondita dei corpi è stata resa possibile attraverso la “perizia necroscopica”, utilizzando scansioni digitali e ingrandimenti dei calchi in gesso. La carne, ricca d’acqua e tessuti molli, si è decomposta naturalmente, lasciando cavità perfette all’interno dei calchi. Questi studi hanno permesso ai ricercatori di determinare con precisione età, sesso, malattie e classe sociale delle vittime, rivelando dettagli sorprendenti sulla vita quotidiana a Pompei. Inoltre, la resistenza degli scheletri, sospesi nelle cavità di cenere compatta, ha contribuito a mantenere intatte molte caratteristiche fisiche, inclusa la sorprendente salute dentale della popolazione pompeiana. La dieta ricca di frutta e verdura sembra aver giocato un ruolo cruciale nella preservazione della salute orale, come dimostrato da questi risultati unici e rivelatori.

A cura di Isacco Di Maio