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Il viaggio del Conte e della Contessa di Castellamare

La politica estera di Ferdinando IV e del governo napoletano, influenzati dalla regina, spostò nettamente l’asse delle alleanze in direzione austrofila e anglofila. Un primo atto in questa direzione fu convocare a Napoli nell’agosto 1778 l’inglese John Francis Edward Acton distintosi in Toscana al servizio di Pietro Leopoldo, con l’incarico di riordinare l’esercito e di creare una potente marina a sostegno di una effettiva e definitiva indipendenza dalla Spagna. Acton nel 1779 fu promosso tenente generale e nominato segretario di Stato della Marina, venendo nominato, l’anno seguente, anche segretario di Stato della guerra e nel 1782 al commercio, nel 1783 fondò il Cantiere navale di Castellammare di Stabia. I due sovrani concordarono un’accorta strategia matrimoniale, da attuare negli anni successivi, con i rispettivi fratelli granduchi di Toscana, che di lì a poco avrebbero ereditato la corona austriaca, stabilendo i matrimoni di due ancor giovanissimi figli: la secondogenita Luisa Amalia, all’epoca appena dodicenne, con il secondogenito di Pietro Leopoldo, Ferdinando, e il piccolo Francesco, nato nel 1777, erede al trono per la prematura morte del primo maschio Carlo Tito, con l’arciduchessa Maria Clementina. Questa nuova politica estera ebbe un primo coronamento nel 1785, in occasione del viaggio nell’Italia centrosettentrionale dei reali. I titoli di Conte e Contessa di Castellamare erano gli appellativi ingannevoli adoperati da re Ferdinando IV e Maria Carolina con i quali speravano di mantenere l’anonimato. Nella primavera del 1785, quindi, come riportato anche dalla Gazzetta toscana, n. 20 del 1785, i due “giovani” sovrani iniziarono questo viaggio, pensando di spostarsi in incognito attraverso l’Italia centro settentrionale. Salparono alla volta di Livorno il 30 aprile dal porto di Napoli sul vascello S. Gioacchino con al seguito altre 16 navi. Giunsero, dopo otto giorni, non tanto in “incognito”, visto che l’arrivo è testimoniato da una medaglia, coniata in bronzo dorato (andata all’asta da Christie’s nel 1970 – Ferdinando IV, per l’arrivo dei Reali di Napoli a Livorno, nel loro viaggio in alta Italia 1785, busto del Re a destra, al rovescio la scena dell’incontro dei Reali con la famiglia Ducale di Toscana).
Durante il loro soggiorno in Toscana visitarono molte città tra le quali Pisa Firenze, transitarono poi per Parma, proseguendo per Milano. Questo documento, raro ed unico, testimonia la loro presenza alla manifestazione tenuta il 6 luglio 1785 a Milano. Testo stampato nelle due facciate interne: a sinistra, la poesia in dialetto montano lombardo e, a fronte, la traduzione italiana. La detta mascherata si svolgeva ad ogni carnevale e talvolta in occasioni particolari, più o meno sfarzosamente. In questa circostanza si svolse con maggiore zelo per la presenza dei sovrani.


Questa la traduzione riportata:
Al sig. Conte e alla signora Contessadi Castellamare
nel presentar Loro le primizie.
Fate pur forza di celar la luce,
che tenta gettar raggi a Voi d’intorno,
simile appunto al Sole, che traluce
velato in nuvoletta a mezzo il giorno
ma concedete che vi parli schietto
il nostro core e il nostro umil rispetto
Eccomi dunque: a Voi fo riverenza
Pel Comun nostro, e prego che il dovuto
Alla Sublime Vostra Preminenza
Vi degnate aggradir piccolo tributo
Primizie nostre son queste cose
E i fior son fregi delle nostre spose
E mettendo la mano su questi fogli
Giuro per quanto abbiam di bene al mondo
In solidum per me, compagni e mogli
Dando del nostro Lago in pegno il fondo
Che ognor vi serviremo fidi e leali
Con danni e spese, ove non siam leali.
E scelto in pietra il giuramento fa
Sul Paso, ond’ognun volga a lui le ciglia.
Infin che il Sole andrà per la sua via
E finché guarderà con meraviglia
In riva al mar, al piano, e alla montagna
E Napoli, e Milan e Val D’Intragna.

a cura di Giuseppe Plaitano

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