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Bonus Acqua Potabile 2023: cos’è e come richiederlo

Anche quest’anno è stato confermato il Bonus Acqua Potabile, un fondo finalizzato all’acquisto di sistemi per il trattamento di acqua potabile. Introdotto per la prima volta con la Legge di Bilancio del 30 dicembre 2021, l’agevolazione consiste in un credito di imposta del 50 per cento per le spese sostenute per l’acquisto ed installazione di sistemi finalizzati a:
Filtraggio
Mineralizzazione
Raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare.
Il bonus ha principalmente lo scopo di incentivare l’utilizzo di impianti che migliorino qualitativamente l’acqua pubblica, erogata da falde e acquedotti.
Il bonus può essere richiesto da:
Persone fisiche;
Soggetti esercenti attività di impresa, arti e professioni;
Enti non commerciali, compresi quelli del Terzo Settore e quelli religiosi civilmente riconosciuti.
L’agevolazione si traduce in un rimborso del 50 per cento sull’importo totale, con un massimo della spesa, nello specifico:
Per le persone fisiche: rimborso del 50 per cento su una spesa massima di 1000€ per ciascun immobile;
Per le attività commerciali, le imprese, le Partite Iva e gli enti non commerciali: rimborso del 50 per cento su una spesa massima di 5000 € per ogni immobile adibito ad attività commerciale o istituzionale. Per beneficiare del Bonus Acqua Potabile 2023, i costi sostenuti devono essere documentati mediante fatturazione elettronica o atto commerciale: è fondamentale che sia riportato il codice fiscale del soggetto, ente o impresa che presenta la richiesta di rimborso. Inoltre, è necessario che il pagamento venga effettuato tramite versamento bancario, postale o con altro sistema tracciabile. L’ammontare delle spese detraibili per l’acquisto di un impianto di trattamento di acqua va comunicato al fisco nel mese di febbraio dell’anno successivo a quello di sostenimento del costo, accedendo direttamente all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate oppure tramite intermediari (professionisti, associazioni di categoria, Caf, etc.). Il credito di imposta può essere applicato in compensazione tramite modello F24 oppure nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta di sostenimento delle spese agevolabili e fino al completo utilizzo dell’incentivo.

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