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Gli Scheletri nella Casa dei Casti Amanti

I ritrovamenti dell’anno scorso nel cuore di Pompei, nell’Insula dei Casti Amanti, hanno aggiunto un nuovo capitolo alla nostra comprensione dell’eruzione devastante del Vesuvio nell’autunno del 79 d.C. Gli scheletri di due individui, approssimativamente di cinquantacinque anni, sono stati scoperti durante operazioni di messa in sicurezza, offrendo importanti informazioni sulla sequenza degli eventi che portarono alla distruzione della città in soli due giorni. Secondo quanto comunicato dal direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, questi ritrovamenti confermano che la catastrofe non fu solo il risultato dell’eruzione vulcanica, ma fu accompagnata anche da un terremoto concomitante. I due uomini, di età maturo-senile, cercavano rifugio all’interno di una casa momentaneamente disabitata, ma morirono a causa del crollo di due pareti dell’edificio, causato proprio dal terremoto. Questi scheletri aggiungono un nuovo tassello alla nostra comprensione degli eventi di quell’epoca. Finora, oltre 1300 corpi sono stati rinvenuti a Pompei, vittime non solo delle correnti piroclastiche, ma anche dei crolli strutturali dovuti all’accumulo di lapilli e agli episodi sismici. L’identificazione di queste vittime è stata resa possibile grazie a uno studio dettagliato degli scheletri e degli oggetti ritrovati nei loro pressi. Uno dei corpi è stato trovato sotto un cumulo di detriti, con segni evidenti di traumi da compressione, suggerendo che sia stato schiacciato dal crollo della parete. Con lui sono stati trovati reperti come monete e gioielli, che forniscono importanti indizi sul periodo in cui viveva. L’altro individuo giaceva sotto uno strato di pomici, con il cranio protetto da un cumulo di cenere, suggerendo un tentativo di protezione durante il crollo della struttura. Questi ritrovamenti hanno confermato l’ipotesi che i terremoti furono un fattore significativo durante l’eruzione, causando il crollo di edifici e contribuendo al numero di vittime. L’uso di approcci multidisciplinari, inclusa l’archeosismologia, ha permesso agli archeologi di comprendere meglio la successione degli eventi e il ruolo dei terremoti nella distruzione di Pompei. Questo nuovo capitolo nella storia di Pompei ci avvicina agli ultimi istanti di coloro che persero la vita durante quella tragedia, gettando nuova luce sulla dimensione umana di questo evento storico. Pompei continua a sorprenderci, offrendo un’occasione unica per riflettere sulle vite e sulle tragedie di coloro che furono testimoni di uno dei più grandi disastri naturali della storia.

A cura di Isacco di Maio

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