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Allarme rincari. Costa troppo studiare all’Università

Studiare è un diritto, eppure sembra stia diventando un lusso. A lanciare l’allarme sono l’UDU, l’Unione degli Universitari e la Federconsumatori secondo i quali, in due anni, i costi medi avrebbero subito un incremento di circa 5mila euro. Un aumento che sicuramente disincentiva i ragazzi; un aumento che rende l’università sempre più inaccessibile per chi non appartiene ad una famiglia economicamente forte. Insomma “un lusso per pochi”.

Quanto costa studiare all’Università?

I costi sono davvero esorbitanti. Si parla di oltre 9mila euro all’anno per uno studente in sede, di oltre 10mila euro per un pendolare e di circa 17mila euro all’anno per un fuorisede. In quest’ultimo caso, i costi variano molto in base alla città e alla regione in cui si sceglie di conseguire il proprio titolo universitario. Per uno studente fuorisede un anno di studi al Nord, infatti, può arrivare a costare fino a 19mila euro, mentre per chi studia al Centro Italia i costi si stimano in 17.343 euro. Decisamente più bassi i costi per chi sceglie di studiare al Sud: 14.200 euro.

A gravare sono soprattutto i costi per l’alloggio. Canoni di locazione altissimi per stanze (non appartamenti) a cui vanno aggiunto i costi per le utenze, quelli per i pasti, per l’igiene personale, per i trasporti, per il materiale didattico ed informatico.

Anche il costo dei libri varia da facoltà a facoltà. Secondo i dati raccolti il prezzo annuo dei libri da sostenere per coloro che si iscrivono a Medicina raggiunge la cifra di 1.930 euro, contro gli 829 euro per il costo dei libri a Biologia, i 431 per il costo dei libri a a Lettere, i 411 per il costo dei libri a Giurisprudenza. Tra tutte le facoltà, quelle che sembra essere la più economica è Matematica con una spesa per i libri pari ad euro 289.

In Italia si contano pochi laureati

Si tratta di spese insostenibili per la maggior parte delle famiglie. Ecco perché si registra una percentuale molto bassa della popolazione che riesce a conseguire un titolo universitario. La stima è del 28,3% della popolazione tra i 25 e i 34 che è molto al di sotto della media Ocse che è, invece, del 47,1%. Per non parlare del tasso di abbandoni degli studi che ha raggiunto la percentuale di 14,5%.
“L’inflazione insieme alla mancanza di misure sono state cause determinanti. Da mesi denunciamo una situazione che rischia di diventare drammatica per le famiglie” grida la Federconsumatori.

Il rischio maggiore è quello che l’Italia perda gran parte del capitale umano. Rinunciando allo studio per questioni economiche molti talenti, infatti, andranno sprecati e non potranno andare a costituire il futuro delle eccellenze del Paese. Continuano dunque le proteste portate avanti dagli studenti nei mesi scorsi per chiedere al Governo un modello di istruzione diverso che punti ad investire sui giovani del nostro Paese.

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