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La stanza degli schiavi

Il fantastico ritrovamento è avvenuto nel contesto della villa di Civita Giuliana, all’interno della quale, dagli scavi del 2017, è stato ritrovato anche un carro cerimoniale e una stalla con i resti di tre cavalli. L’ambiente, emerso in uno stato di conservazione quasi perfetto, molto probabilmente era destinato a membri della servitù della stessa villa. Grazie all’affinamento della tecnica dei calchi inventata da Giuseppe Fiorelli nell’Ottocento, sono infatti stati portati alla luce letti e altri oggetti in materiali deperibili, che permettono di acquisire nuovi interessanti dati sulle condizioni abitative e di vita degli schiavi a Pompei e nel mondo romano. Nel luogo dal quale sono emersi i tre letti in legno, inoltre, sono stati anche trovati oggetti in metallo e in tessuto che sembrano fare parte dell’equipaggiamento dei cavalli. letti sono composti da poche assi lignee sommariamente lavorate che potevano essere assemblate a seconda dell’altezza di chi li usava. Mentre due hanno una lunghezza pari a 1,70 m circa, un letto misura appena 1,40 m per cui potrebbe essere di un ragazzo o di un bambino. Sotto i letti sono state trovate, inoltre, brocche, anfore e un “vaso da notte”. La stanza era molto semplice, senza decorazione e con un’unica finestrella dalla quale passava la luce. Oltre ad essere sfruttato come stanza da letto per un gruppo di schiavi, forse una piccola famiglia, l’ambiente per anche utilizzato come deposito, come dimostrano otto anfore stipate negli angoli lascati appositamente liberi per tal scopo. Questo ritrovamento, risulta essere di fondamentale importanza, poiché getta luce su una questione del mondo antico avvolta ancora da una zona d’ombra, ossia quella relativa alla vita di tutti i giorni degli schiavi.