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Romeo Menti

Nacque a Vicenza il 5 settembre 1919, ultimo di una “progenie” di amanti della “palla di cuoio”. Giovanissimo, a sedici anni e tre giorni, esordì con la maglia biancorossa dell’ A.C.V. (Associazione Calcio Vicenza) era il 1935, proprio in quello stadio che, anni dopo, avrebbe preso il suo nome. Trascinò la squadra per tre stagioni fin quasi a sfiorare la promozione in B con 82 presenze e 34 gol. Gianni Brera, giornalista e critico calcistico della seconda metà del Novecento così lo ricordava: “…aveva la castagna proibita, un sobrio stile, una fantasia adeguata al tiro, che non abbisognava di fronzoli vani”. Nel 1938 venne ceduto alla Fiorentina in serie B, disputò tre campionati (75 presenze e 44 gol). Nel primo anno 1938/39 la Fiorentina vinse il campionato e promossa in serie A, Menti segnò 17 gol, miglior realizzatore della squadra. Il suo primo gol nella massima serie è datato 24 settembre 1939 in Milan Fiorentina. A Firenze conobbe Giovanna Baldisseroni, diciottenne, che sposa il 6 aprile 1942. Nel febbraio del 1943 nasce a Torino Bianca Sofia, il 20 marzo 1948, Cristiano.Nella stagione 1941/42 è acquistato dal Torino, nel primo campionato disputa 28 gare e segna 15 reti. L’anno dopo i granata vincono il primo scudetto del ciclo del grande Torino. Il Toro vince anche la Coppa Italia. Nel 1943/44 la guerra impedisce lo svolgimento dei campionati. Le vicende belliche cambiano gerarchie e geografie, il calcio e i suoi attori vi resistono come possono. I giocatori sono temporaneamente svincolati, Romeo viene dato in prestito al Milan per disputare il Campionato di Divisione Nazionale “Campionato Misto Alta Italia” (Nove presenze ed una rete). All’inizio del 1945 riesce a trasferirsi al Sud, a Castellammare di Stabia dove gioca con lo Stabia il Campionato Misto Campano. Parteciparono al campionato undici compagini: Napoli, Internaples, Polisportiva Napoli, Polizia Militare Italiana, Salernitana, Stabia, Cavese, Torrese, Portici, Casertana e la Scafatese, resa “mediaticamente” famosa da Totò (quando in “Totò al Giro d’Italia” urlò al giudice “Abbasso la Scafatese”). In seguito alla fusione tra S.S. Napoli e Polisportiva Napoli il numero di iscritte si ridusse a dieci; la Frattese fu ammessa in sostituzione della rinunciataria Cavese.Romeo Menti accompagnò lo Stabia per mano al trionfo, un titolo (mai riconosciuto dalla Figc) di campione dell’Italia liberata. Segnerà tredici volte, tre delle quali su rigore, spingendo lo Stabia, allenato dal livornese Vasco Lenzi a vincere il torneo davanti alla Salernitana e al Napoli giunto terzo. Salernitana e Stabia furono protagoniste di quel campionato finendo a pari punti (ventinove) ma con l’accoglimento di un ricorso lo Stabia ottenne altri due punti arrivando al primo posto. La formazione titolare era composta da: Chellini (del Siena), Cerciello e Ciccone, Salvioli (della Roma), Dolfi e Bentivoglio, Esposito, Menti, Rossetti (della Triestina), Dapas e Del Medico (del Milan). Lo Stabia ebbe una sequenza trionfale con una sola sconfitta, a Salerno, su autorete. A proposito dello svolgimento del calcio del periodo e di fronte al rischio concreto di un’interruzione totale dei campionati, si stabilì che nella stagione 1943-44 si disputassero dei ‘Campionati Misti Regionali’ con partecipazione aperta a squadre di A, B e C, le vincitrici delle fasi regionali si sarebbero poi fronteggiate nel mese di luglio per l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia. La finale fu disputata tra i Vigili del Fuoco di Spezia ed il Torino. Finì 2 a 1 per gli spezzini, ma ad ottobre del 1944 vennero dichiarati illegittimi tutti gli atti emessi dalla FIGC fascista, e di conseguenza lo stesso Campionato di Guerra. Solo nel 2022, per l’impegno di giornalisti e autorità locali la FIGC decide di assegnare de facto (in quanto due società diverse) allo Spezia un titolo onorifico (non equiparabile allo Scudetto) con la possibilità di apporre per sempre sulle maglie un distintivo in ricordo dell’impresa.Il Menti, conclusa la breve esperienza a Castellammare rientrò al Torino e dato in prestito per un anno alla Fiorentina. Richiamato poi dal Torino per il primo campionato di serie A del dopoguerra. Menti esordì in Nazionale a Firenze il 27 aprile 1947 contro la Svizzera. Risultato 5 a 2, esordio memorabile per Menti che segna tre gol. Due mesi dopo contro l’Ungheria il C.T. Pozzo schiera dieci giocatori del Torino, fra cui Menti. Saranno tre annate eccezionali per il Toro. Il 1948 sarà un’annata fenomenale verso la conquista del terzo scudetto. La storia e la vita di Romeo Menti ha un drammatico finale nella stagione 1948/49. L’epilogo di un altro trionfale campionato del Grande Torino fu anticipato dall’incidente aereo di Superga del 4 maggio 1949 in cui morirono quasi tutti i giocatori, tecnici, dirigenti. La salma di Menti fu riconosciuta perché sul risvolto della giacca portava il distintivo della Fiorentina, la sua squadra del cuore. Il Comune di Vicenza, quello di Castellammare e Montichiari poi gli intitoleranno lo stadio.