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La Scuola cinematografica stabiana al Mann con un documentario di Oreste Tartaglione

Quella che possiamo definire come la Scuola cinematografica stabiana, attiva tra gli anni ’40 e ’60 del secolo scorso, approda ad “ArcheocineMann. Festival internazionale del cinema archeologico di Napoli” che si svolge nell’auditorium del Mann (piazza Museo – Napoli. Info 081.4422329). Giovedì 10 novembre 2022 (ore 11) si proietta il documentario “La donna a Pompei” del 1966, della durata di 11 minuti, tratto dall’omonimo libro di Michele D’Avino del 1964, regia dello stabiese Oreste Tartaglione, musiche di Franco Langella, direttore della fotografia Domenico Paolercio. Oreste Tartaglione aveva una libreria (non più esistente) al corso Vittorio Emanuele, gestita dopo la sua prematura scomparsa dalla vedova e dal figlio Mario: è stato anche aiuto regista in altre produzioni. Franco Langella, maestro di musica e compositore, sposò l’attrice e cantante Tecla Scarano: i due abitarono per molti anni a Castellammare. Domenico Paolercio è stato un fotografo, nativo di Andretta e giunto a Castellammare alla fine della Seconda guerra mondiale: aprì uno studio in via Bonito, frequentato da generazioni di stabiesi. Girato nel 1966, “La donna a Pompei” fu rintracciato oltre dieci anni fa dal ricercatore Giuseppe Luciano Cuomo presso la Cineteca nazionale di Roma, nell’ambito delle attività promosse dal “Comitato per gli scavi di Stabia fondato nel 1950”. Dopo il ritrovamento, fu proiettato nel 2012 al Montil nella mostra “Stabiae Svelata” e, in seguito, al festival di Rovereto nel 2014. Nella produzione del documentario furono impegnati anche Francesco Saverio Mollo (aiuto regia), Salvatore Guarino e Massimo Montefusco (collaboratori di ripresa), esponenti di quella scuola cinematografica attiva a Castellammare di Stabia tra gli anni ‘40 e ‘60 del secolo scorso. Scuola che ebbe in Natale Montillo il maggiore esponente e annoverò un altro importante regista come Silvio Siano. Il film è un viaggio negli Scavi di Pompei alla ricerca di tracce della presenza femminile. Un’ultima annotazione D’Avino donò una copia del suo libro a Libero D’Orsi, fondatore del Comitato, nell’agosto del 1965, con tanto di dedica (oggi conservata in Biblioteca comunale): “Al chiarissimo Preside Libero D’Oris, scopritore di Stabia, offro queste umili donne che balzano fuori dai graffiti pompeiani”.