Contattaci

Tieniti
aggiornato...

con le nostre rubriche quindicinali

La lapide di Villa Pellicano a Castellammare

La Villa Pellicano nel XVIII sec era conosciuta come Villa Acton in quanto nel 1789 don Pietro Pellicano aveva concesso in enfiteusi al generale John Acton, ministro di Ferdinando IV, la propria villa con annesso parco. (Enfiteusi: godimento del dominio sul fondo stesso, obbligando però a migliorarlo e pagando un canone annuo in danaro ovvero in derrate; secondo il diritto vigente) Questa villa, una delle più antiche in ordine di tempotra l‘altro fu edificata nella zona di via Sanità dall‘Acton su progetto dell’architetto stabiese Catello Trojano. L’anno seguente poi ne fece migliorare il parco, al “gusto cinese”: «… vi fece edificare un bellissimo ponte di fabbrica, con guide in legno sul gusto cinese … in prosieguo vi fé erigere un foillace di otto pilastri traforati che reggono la covertura di legno … e finalmente nell’intera superficie di essa selva vi fé ricacciare dei viali e piccoli giardini che lo rendono di singolare delizia».
Così viene descritta nel 1796: «Questo vago Casino, il quale potrebbe essere abitato da ogni Sovrano, è composto di tre piani…». Spiccano: la «Cappella, la quale ancora è molto bella sì per gli suoi ornati, finimenti, e figure designate, ed eseguite dal Pittore Antonio de Dominicis; come per l’Oratorio Sagro d’ordine Dorico, e colorito sul gusto Bisquì, e fondo celeste con intagli bianchi, designato dall’Architetto Catiello Troiano di Scanzano. Da questa stanza si passa finalmente alla gran Galleria, la quale similmente è sorprendente sì per lo pavimento, e per lo fregio all’intorno tutto di stucco marmorato, ch’è stato designato, ed eseguito da’ Fratelli Gerli Milanesi; come per le dipinture nelle mura, e nella volta a color celeste, e per lo gran quadro sotto la stessa volta dipinto da Antonio de Dominicis, che rappresenta il convito degli Dei».Questa splendida villa nel 1806, in seguito all’invasione delle truppe francesi e solo dopo una lunga controversia giudiziaria, fu restituita ai Pellicano. In questa villa vi dimorarono lady Hamilton, Orazio Nelson dopo la battaglia di Abukir e tanti illustri personaggi, non esclusa la poetessa Jeanne Gray, moglie del Pellicano.In questa villa era allocato uno splendido monumento funebre del III sec. d.C., di Marco Virtio Cerauno (205 x 322 x 105cm). Il reperto fu ritrovato nell’ottocento in contrada san Marco via che collegava la città di Stabiae a Nuceria Alfaterna. Era sepolto nella cenere vulcanica insieme ad altre due iscrizioni. Questa l’iscrizione dell’epigrafe collocata sulla base marmorea del monumento funerario :

M(arco) VIRTIO M(arci) F(ilio) MEN(enia)
CERAUNO AEDILI LIVIR(o) IURE
DICUNDO PRAEFECTO FABRUM V VIR
CUI DECURIONES OB MINIFICENTIAM
EIUS QUOD EQUOM MAGNUM POSEURAT
ET DENARIOS POPULO DEDICATIONE EIUS
DEDERAT DUUMVIRATUM GRATUITUM
DEDERUNT NUCERIAE

Questa lapide fu rubata da ignoti nel 1978 e ritrovata a Lugano, in Svizzera, l’anno successivo. Oggi è conservata presso la Soprintendenza Archeologica di Napoli. La Villa, ritornata alla famiglia Pellicano ne smembrò la proprietà cedendola a vari acquirenti. Oggi è stata invertita in un condominio per civili abitazioni.