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Un tesoro a due passi dal mare

“Marina di Equa” indica questa linea di costa, posta sulla costiera sorrentina e si riferisce all’antico insediamento abitativo della città che era compreso in una vasta area denominata Aequana, come viene descritto dallo storico Silio Italico. Equense” deriva dal termine latino “aequa” che significa, appunto, “piana”, proprio ad indicare quest’aspetto. “Vico”, invece, deriva da “vicus”, termine che per i romani significava un quartiere esteso al punto da avere una certa autonomia, un borgo. Quanto il piccolo borgo di Vico Equense Il piccolo borgo affrontò senza la protezione di nessuno il crollo dell’Impero Romano e l’avvento dei barbari vicani iniziarono ad arroccarsi e creare piccole difese nel luogo in cui oggi sorge il borgo di Marina Equa, nucleo principale del comune e sede della cattedrale principale, la chiesa della Santissima Annunziata. Questa zona è piena di tesori archeologici dell’età preromana e romana, di cui sono esempio i resti della grande villa imperiale del Pezzolo, preziosa testimonianza dell’evoluzione naturale e storica della penisola sorrentina. Recentemente è stato condotto a approfondito studio geo-archeologico da cui emerge che la residenza ha subito ricostruzione e ristrutturazioni più volte nei periodi successivi. Quest’insediamento fu colpito da un ingente quantità di materiale vulcanico dell’eruzione del 79 d. C., che la danneggiò seriamente, segnando così anche l’inizio della decadenza di Aequa. Purtroppo gran parte della zona è stata scavata asistematicamnte e negli ultimi anni e danneggiata dall’incuria e dalla spazzatura. Questa zona meriterebbe ben altro , avendo già restituito in passato il famoso gruppo di “Eros e Psiche” del Museo Nazionale di Napoli e la bellissima “Testa di Filosofo” in Collezione Fienga. Qui sorse, con l’avvento progressivo del Cristianesimo, la Chiesa episcopale che, per l’impoverimento progressivo di quell’abitato, fu trasferita dove precedentemente si era insediato il villaggio preromano che divenne poi Vico Equense. Sulla piazza, a guardia del piccolo porticciolo si innalza la Torre di Caporivo, parte dell’antico sistema difensivo, ricostruita nel 1608. Proseguendo, dopo il porto si oltrepassa la splendida spiaggia di sassi detta “delle calcare” fino a raggiungere la mole di tufo nero con doppi archi gotici e volte a crociera dell’antica Calcare medievale. Su questo lido, i mastri d’ascia hanno realizzato nel passato bastimenti capaci di solcare gli oceani.